L’incredibile Arte dei soggetti Disabili 16 marzo 2010
Posted by Frantz987 in mondo Logo.Tags: Asperger, autismo, cerebropatie, logopedia nell'arte
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Ciao Ragazzi.
Volevo segnalarvi un link davvero molto interessante.
Si tratta di una ricca esposizione di disegni e di opere d’arte realizzate esclusivamente da soggetti disabili. (altro…)
A tu per tu con l’Asperger. Racconto di una figlia che ha il padre Asperger 16 settembre 2008
Posted by Frantz987 in mondo Logo.Tags: Asperger, autismo
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“E’ tutta colpa vostra, perché gli avete sempre lasciato fare quello che voleva!” disse mia cognata a mio fratello e a me un giorno che, secondo le sue abitudini, Antonio si era levato le scarpe, sdraiato sul divano, messo un fazzoletto davanti agli occhi e addormentato alla presenza di una decina di persone invitate al pranzo di Natale.
Mio fratello accettò il rimprovero della moglie senza nulla rispondere e così feci io, memore dell’antico adagio “Tra moglie e marito non mettere il dito”.
L’accusa era comunque rivolta ad entrambi in parti uguali, a mio fratello e a me, e si riferiva al non aver saputo educare Antonio, nostro padre.
Io reagisco spesso alle accuse col silenzio, facendo finta di non sentire, ma, meditando in un secondo tempo su quell’accusa, mi veniva da pensare: “ Da quando in qua i figli sono responsabili della cattiva educazione dei genitori? Non dovrebbe essere il contrario?” Il fatto è che quando la normalità diventa il sogno di una notte di mezza estate e si è lontani le mille miglia dai comportamenti usuali, tutti perdono il senso della realtà; così di fronte a due figli che, nonostante tutto, sono cresciuti in un modo non troppo strampalato, risalta la stranezza di un comportamento paterno che segue regole sue proprie, incomprensibili ai più.
E, a dire il vero, l’accusa non è neanche meritata: benché figli e non genitori, noi abbiamo tentato in mille modi di educare nostro padre.
Ricordo quando, per evitare che abbandonasse il negozio in balia dei ladri, gli dicevo: ”Papà, io sono nella mia stanza a studiare. Se ti stanchi di stare in negozio, chiamami e io vengo subito. Non allontanarti dal negozio lasciandolo aperto”. Purtroppo erano soltanto parole al vento. Il negozio, affidato, anche per pochi minuti, a lui, veniva regolarmente abbandonato, così, aperto, col denaro dell’incasso nel cassetto, come se fosse stato affidato ad un bambino e non ad un uomo di età matura, padre di due figli.
L’inutilità assoluta dei reiterati rimproveri ci ha fatto desistere, nel corso degli anni, dal riprovarci; ci ha indotto ad accettare nostro padre così com’era, con le sue stranezze, e ha sviluppato in noi doti non comuni di pazienza e di tolleranza, che sono poi risultate utilissime nella nostra vita sociale e lavorativa. (altro…)