Quando le parole non ti vengono 30 settembre 2008
Posted by Frantz987 in mondo Logo.17 comments
Chi è il Logopedista? di cosa si occupa?
Erre moscia, zete sibilanti, ma anche disturbi del linguaggio causati da ictus o sordità.
Tutti problemi che si possono superare, ricorrendo al professionista giusto: il Logopedista.
C’è l’adolescente con imbarazzanti problemi di pronuncia: come la esse al posto della zeta, che le fa dire, per esempio, ragasse al posto di ragazze.
C’è il bambino con gravi difficoltà a scuola a causa di dislessia, che gli crea problemi a leggere e a scrivere e lo fa sentire diverso dagli altri.
Ma c’è anche chi, in seguito a un trauma cranico per un incidente d’auto oppure a un ictus o a malattie degenerative ( come il Parkinson e l’Alzheimer), ha perso l’uso della parola e non può più comunicare con gli altri. O ha disturbi di memoria. Oppure di concentrazione. Come l’emiattenzione spaziale che porta, chi ne è colpito, a truccare (o a radere) solo una metà del viso, a mangiare il contenuto di mezzo piatto, a vestirsi solo da una parte o a leggere metà di una pagina.
Tutti questi ( e molti altri! ) disturbi del linguaggio e cognitivi possono creare complessi o addirittura compromettere pesantemente la qualità della vita. Eppure non tutti sanno ( compresi molti medici ) che questi problemi possono essere corretti e, spesso, guariti, dagli esperti di una disciplina che si chiama Logopedia.
Cosa si fa per i difetti più comuni.
Ma che cosa fa, in pratica, il logopedista? (altro…)
Yawwwwn! La scienza dello sbadiglio 30 settembre 2008
Posted by Frantz987 in mondo Logo.Tags: sbadiglio
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Lo facciamo quasi 220 mila volte nell’arco della vita, cioè 7-8 volte al giorno. E’ uno stimolo il più delle volte involontario al quale è difficile resistere. Bastano sei secondi per fare uno sbadiglio con movimenti complessi: un’inspirazione profonda che dilata la faringe, la laringe e il torace, che porta il diaframma e la lingua ad abbassarsi. La bocca si spalanca, le narici si dilatano, le palpebre si stringono e le sopracciglia si sollevano. Quando i polmoni sono al massimo della loro capacità, iniziamo a espirare lentamente, talvolta stiracchiando le braccia ed emettendo un suono. Già a 11 settimane i feti manifestano contrazioni della bocca con abbassamento della lingua della durata di qualche secondo. Diverse e poco note sono le cause dello sbadiglio e i suoi effetti sul nostro organismo.
Sbadigli: gli studi più antichi
Nel 1941 uno studioso tedesco individuò quattro tipi di sbadiglio: sbadiglio di fatica, che si accompagna a variazioni delle percentuali di gas nei polmoni, sbadiglio del risveglio, che faciliterebbe una migliore respirazione, sbadiglio di fame, associato a contrazioni della muscolatura addominale e sbadiglio psichico, seguito da riduzione della frequenza respiratoria, non necessario all’organismo, indicherebbe stati psicologici come la noia.
Sbadigli: per portare ossigeno al cervello
Fino a qualche anno fa si credeva che alla base dello sbadiglio ci fosse un meccanismo destinato a mantenere attivo e vigile l’organismo assicurando maggior apporto di CO2 ai polmoni e rapida espulsione dell’anidride carbonica. Secondo questa teoria lo sbadiglio servirebbe a evitare che i bronchioli, quando la respirazione è rallentata, si stringano premendo gli uni contro gli altri. Anche lo stiracchiamento che accompagna lo sbadiglio servirebbe a mantenere l’organismo e i muscoli all’erta prima di uno sforzo importante e ciò spiegherebbe perché spesso atleti, artisti e musicisti prima di un impegno intenso siano “colpiti” da attacchi di sbadigli. Lo sbadiglio è anche un ottimo antistress. Sbadigliare prima di un importante colloquio o nei momenti di crisi è utilissimo.
Sbadigli: un sistema di raffreddamento
Oggi una ricerca sostiene che (altro…)